Sui dolori è meglio il caldo o il freddo?

Sui dolori è meglio il caldo o il freddo?

Spesso nel mio studio, nella pratica quotidiana di fisioterapista, mi trovo di fronte ad una domanda che sembrerebbe banale, ma alla fine non lo è poi molto considerato oltretutto che esperti nella materia hanno pareri contrastanti.

Sui dolori dobbiamo mettere il caldo o il freddo?

La risposta migliore come spesso accade in ambito complesso come la medicina è: “dipende”.

Dipende dal tipo di dolore, da quanto tempo c’è il dolore, dipende dalla struttura sofferente, dipende se intendo avere beneficio a breve o lungo termine. Ma andiamo con ordine.

In generale chi ha a che fare con traumi recenti o situazione infiammatorie acute predilige l’utilizzo del ghiaccio. Questo ha senso per due motivi.

Primo il ghiaccio vasocostringe e quindi, in situazione molto infiammatorie, con un grande stravaso di liquidi, come per esempio una caviglia molto edematosa e gonfia dopo una distorsione, diminuisce gli effetti dell’infiammazione e il dolore acuto.

Secondo, il ghiaccio è utile proprio perché lo “shock” del freddo anestetizza i recettori del dolore presenti nei tessuti e diminuisce la sensazione dolorosa.

Tuttavia, in altre circostanze, dove esiste un problema più datato, in cui l’infiammazione non è più acuta ma diventa cronica, bisogna considerare altri fattori che entrano in gioco.

Infatti, in questi casi i tessuti fanno spesso fatica a ripararsi totalmente e bisogna stimolare l’organismo a produrre quelle sostanze che riparano.

E soprattutto, a veicolarle nella zona interessata per velocizzare questo processo, altrimenti si rischia veramente di non uscire più dal tunnel del dolore cronico.

Il veicolo delle sostanze riparative è appunto il sangue, il quale aumenta il suo afflusso con la vasodilatazione, indotta dal calore o da una momentanea sovra infiammazione, che si ottiene per esempio con delle tecniche di massaggio profondo.

L’aumento di vascolarizzazione da beneficio anche al tessuto nervoso nervi), molto sensibile al calo di flusso sanguigno.

Ecco perché anche nelle lombo-sciatalgie si percepisce volentieri il calore, veicolato o dalla classica “boule” dell’acqua calda o dai più moderni cerotti riscaldanti.

Anche in caso di discopatia lombare, che in genere si manifesta con un dolore a fascia nella zona bassa della schiena, il caldo da sollievo e aiuta a vascolarizzare le strutture sensibili che innervano il disco e le zone limitrofe. Questo spiega anche l’utilizzo di macchinari come la radar terapia o la lampada a infrarossi per aiutare queste patologie.

In alcuni casi, possiamo anche avere beneficio su tendiniti croniche con l’applicazione di ghiaccio, ma non per l’effetto diretto del freddo, bensì per l’effetto “rimbalzo”.

Ovvero il corpo dopo aver subito una forte vasocostrizione reagisce con una forte vasodilatazione, un po’ quello che sperimentiamo in inverno, quando si gonfiano e ci formicolano le dita delle mani, dopo essere state congelate per un po’ di tempo. Quindi, in questo caso, l’effetto positivo si manifesta con una certa latenza rispetto all’applicazione della terapia.

In generale però vige la regola: il problema acuto migliora con il freddo, il problema cronico con il caldo.